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Thursday, January 30, 2014

Chi non è contento di ciò che ha, non sarà contento di ciò che avrà (Socrate)






Il vangelo di oggi mi invita a ringraziare per il dono della Grazia. Per la vicinanza di un Dio buono che mi custodisce ogni giorno, nonostante gli sbandamenti, nonostante le distrazioni. Quello che ho ricevuto è molto di più di quello di cui posso lamentarmi. E' un dono talmente prezioso che però posso riconoscere solo alla luce della fede. Alla luce della fede, esprimo gratitudine e non più lamentela. Alla luce della fede, le cose negative diventano molto relative. Il Signore mi chiama oggi a condividere la luce che Lui porta dentro me, senza vergogna, senza complicazioni. Ad avere, ad accogliere. Solo quando accetto la Sua amicizia, mi rendo conto di essere un capolavoro, di avere ricevuto tanto. Quando lo tengo lontano invece, noto solo le cose negative, e tutto diventa grigio      

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Mc 4,21-25
+ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù diceva [alla folla]: «Viene forse la lampada per essere messa sotto il moggio o sotto il letto? O non invece per essere messa sul candelabro? Non vi è infatti nulla di segreto che non debba essere manifestato e nulla di nascosto che non debba essere messo in luce. Se uno ha orecchi per ascoltare, ascolti!».
Diceva loro: «Fate attenzione a quello che ascoltate. Con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi; anzi, vi sarà dato di più. Perché a chi ha, sarà dato; ma a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha».

Parola del Signore

Wednesday, January 29, 2014

Il trenta, il sessanta e il cento per uno




Questo Vangelo mi e' sempre sembrato molto personale, come se parlasse a me. Dio mi chiede oggi di lasciarlo agire, di non agitarmi, di farLo operare. In fondo, non mi chiede poi cosi' tanto, solo di fidarmi, di lasciarmi seminare, arare, anche quando fa un po' male.

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Mc 4, 1-20
Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù cominciò di nuovo a insegnare lungo il mare. Si riunì attorno a lui una folla enorme, tanto che egli, salito su una barca, si mise a sedere stando in mare, mentre tutta la folla era a terra lungo la riva.
Insegnava loro molte cose con parabole e diceva loro nel suo insegnamento: «Ascoltate. Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un'altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c'era molta terra; e subito germogliò perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un'altra parte cadde tra i rovi, e i rovi crebbero, la soffocarono e non diede frutto. Altre parti caddero sul terreno buono e diedero frutto: spuntarono, crebbero e resero il trenta, il sessanta, il cento per uno». E diceva: «Chi ha orecchi per ascoltare, ascolti!».
Quando poi furono da soli, quelli che erano intorno a lui insieme ai Dodici lo interrogavano sulle parabole. Ed egli diceva loro: «A voi è stato dato il mistero del regno di Dio; per quelli che sono fuori invece tutto avviene in parabole, affinché guardino, sì, ma non vedano, ascoltino, sì, ma non comprendano, perché non si convertano e venga loro perdonato».
E disse loro: «Non capite questa parabola, e come potrete comprendere tutte le parabole? Il seminatore semina la Parola. Quelli lungo la strada sono coloro nei quali viene seminata la Parola, ma, quando l'ascoltano, subito viene Satana e porta via la Parola seminata in loro. Quelli seminati sul terreno sassoso sono coloro che, quando ascoltano la Parola, subito l'accolgono con gioia, ma non hanno radice in se stessi, sono incostanti e quindi, al sopraggiungere di qualche tribolazione o persecuzione a causa della Parola, subito vengono meno. Altri sono quelli seminati tra i rovi: questi sono coloro che hanno ascoltato la Parola, ma sopraggiungono le preoccupazioni del mondo e la seduzione della ricchezza e tutte le altre passioni, soffocano la Parola e questa rimane senza frutto. Altri ancora sono quelli seminati sul terreno buono: sono coloro che ascoltano la Parola, l'accolgono e portano frutto: il trenta, il sessanta, il cento per uno».

Monday, January 13, 2014

"Perché piangi?"


«Anna, perché piangi? Perché non mangi? Perché è triste il tuo cuore? Non sono forse io per te meglio di dieci figli?" Parafrasando le parole di Elkanà alla sterile moglie Anna della prima lettura di oggi mi viene da pensare a quante volte ho alimentato il cuore di speranze troppo umane, cose di per se' buone, ma inconsciamente forse viste più come un obiettivo che come un mezzo. E sentivo questa pressione di cambiare a tutti i costi, e mi arrabbiavo con me stesso quando nonostante i miei sforzi queste pulsioni rimanevano li'. E devo dire che da quando con l'aiuto di sacerdoti santi e di amici sinceri ho deciso di non pensare più n termini di "cambiamento-ragazza-ecc", il mio cuore e' un po più in pace, non pretende. E mentre getto le reti in mare, mentre un po' ansioso cerco di mettermi alla prova, e mi affanno a fare della mia vita quello che vorrei, il Signore mi chiama offrendomi qualcosa di più grande. Offrendomi di seguirlo perchè io possa diventare Luce per il prossimo...E chissà che già così finisca per ottenere quello che neanche osavo sperare. 



Sam 1,1-8

Dal primo libro di Samuèle

C'era un uomo di Ramatàim, un Sufita delle montagne di Èfraim, chiamato Elkanà, figlio di Ierocàm, figlio di Elìu, figlio di Tocu, figlio di Suf, l'Efraimita. Aveva due mogli, l'una chiamata Anna, l'altra Peninnà. Peninnà aveva figli, mentre Anna non ne aveva.
Quest'uomo saliva ogni anno dalla sua città per prostrarsi e sacrificare al Signore degli eserciti a Silo, dove erano i due figli di Eli, Ofni e Fineès, sacerdoti del Signore.
Venne il giorno in cui Elkanà offrì il sacrificio. Ora egli soleva dare alla moglie Peninnà e a tutti i figli e le figlie di lei le loro parti. Ad Anna invece dava una parte speciale, poiché egli amava Anna, sebbene il Signore ne avesse reso sterile il grembo. La sua rivale per giunta l'affliggeva con durezza a causa della sua umiliazione, perché il Signore aveva reso sterile il suo grembo.
Così avveniva ogni anno: mentre saliva alla casa del Signore, quella la mortificava; allora Anna si metteva a piangere e non voleva mangiare. Elkanà, suo marito, le diceva: «Anna, perché piangi? Perché non mangi? Perché è triste il tuo cuore? Non sono forse io per te meglio di dieci figli?».


Vangelo Mc 1,14-20

Dal Vangelo secondo Marco
Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».
Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. Gesù disse loro: «Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini». E subito lasciarono le reti e lo seguirono.
Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, mentre anch'essi nella barca riparavano le reti. Subito li chiamò. Ed essi lasciarono il loro padre Zebedeo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui.

Thursday, January 9, 2014

E' un fantasma!


Gesù costringe i discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull'altra riva. Come se a volte Lui mi chiedesse di precederlo. Di agire per poi credere piuttosto che di credere per poi agire. Di fidarmi. Poi però quando il vento è contrario, e Lui cammina verso di me, io mi spavento. Ma in che modo concretamente cammina verso di me? Forse qualche evento che mi turba ma che nasconde dietro Lui? Forse un pensiero di bene, ma che non ho il coraggio di attuare? Lui mi dice, “sono io, non avere paura!”. Fammi salire sulla tua barca, il vento si cesserà, non avrai più paura di me perché io porterò la pace. Ed io invece avendo paura di questo fantasma, mi agito e magari faccio di tutto anche inconsapevolmente per non farlo salire sulla mia barca. E forse il mio stupore, la mia meraviglia per questo “fantasma” che dice di essere Gesù, deriva dal fatto che io non ho compreso I miracoli che Gesù ha già fatto nella mia vita. Dò per scontate troppe cose, senza pensare che gli anni scorsi sarebbero potuti andare in modo molto diverso se Lui non avesse moltiplicato quello che avevo e non avesse avuto compassione di me...
                                            
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Dal Vangelo secondo Marco  (Mc 6,45-52)

[Dopo che i cinquemila uomini furono saziati], Gesù subito costrinse i suoi discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull'altra riva, a Betsàida, finché non avesse congedato la folla. Quando li ebbe congedati, andò sul monte a pregare. Venuta la sera, la barca era in mezzo al mare ed egli, da solo, a terra. Vedendoli però affaticati nel remare, perché avevano il vento contrario, sul finire della notte egli andò verso di loro camminando sul mare, e voleva oltrepassarli. Essi, vedendolo camminare sul mare, pensarono: «È un fantasma!», e si misero a gridare, perché tutti lo avevano visto e ne erano rimasti sconvolti. Ma egli subito parlò loro e disse: «Coraggio, sono io, non abbiate paura!». E salì sulla barca con loro e il vento cessò. E dentro di sé erano fortemente meravigliati, perché non avevano compreso il fatto dei pani: il loro cuore era indurito.